I NOSTRI PRIMI DUE PROGETTI
I NOSTRI PRIMI DUE PROGETTI
È dal maggio 2022 che stiamo investendo per realizzare, grazie al nostro team tecnico e legale, due precisi progetti, coinvolgendo la comunità locale:
1) un progetto di protezione ambientale nella nostra area di foresta amazzonica di 3 mila ettari;
2) un progetto di sviluppo economico–sociale delle comunità native presenti nelle vicinanze della nostra area forestale.
PROGETTO DI PROTEZIONE AMBIENTALE
Il primo è un progetto di protezione ambientale, per cui sono state individuate tutte le specie di alberi, animali, presenti nella foresta, realizzando un inventario forestale anche finalizzato per misurare lo stock di carbonio presente in quest’area. Per accreditare il progetto, abbiamo ottenuto la verifica e la relativa validazione da parte del Gruppo RINA.
In precedenza avevamo già ottenuto due verifiche e convalide (emesse nell’ottobre 2022 e nel novembre 2023) che hanno certificato la presenza di oltre 2.400.000 tCO2 di stock di carbonio nell’area oggetto della protezione ambientale contrattualizzata da LetItTrees.
Grazie quindi a questo primo progetto, in forza di precisi accordi contrattuali, sull’area di foresta che abbiamo in dote, vengono realizzati i seguenti servizi ambientali:
• il mantenimento o l’aumento dello stock di carbonio all’interno dell’area forestale;
• la conservazione della biodiversità, quindi la fauna e la flora;
• la conservazione delle risorse idriche e del suolo;
• il monitoraggio e la sorveglianza dell’area.
Sulla base della documentazione ottenuta, sono stati emessi i nostri Certificati Verdi di stock di carbonio, registrati secondo le norme federali presso la B3, l’organismo centralizzato, nominato dalla Banca Centrale del Brasile, che corrisponde alla Borsa dei Valori Mobiliari di San Paolo.
RINA è il soggetto DOE (Designated Operational Entity) accreditato da UNFCCC per condurre validazioni e verifiche di progetti CDM ed è riconosciuta dai maggiori sviluppatore di crediti di carbonio a livello mondiale (Gold Sandard Foundation) per la verifica di progetti GS4G. RINA è anche da ACCREDIA per la verifica secondo la Direttiva 2003/87/CE per l’EU ETS.
PROGETTO DI SVILUPPO ECONOMICO SOCIALE DELLE COMUNITÀ NATIVE
Il nostro secondo progetto è tuttora in fase di attuazione e vede il coinvolgimento di oltre 200 famiglie native presso la Comunità di Sao Miguel, nel Comune di Rio Preto da Eva, nell’area forestale di nostro interesse. L’obiettivo è di migliorare la qualità della vita dei residenti in termini di istruzione, salute, servizi igienici, lavoro e reddito.
Il progetto viene realizzato grazie alla nostra equipe tecnica costituita da 17 persone, formata da biologi, antropologi, ingegneri e botanici con una vasta esperienza nel riforestamento della vegetazione e la conservazione ambientale, oltre ad altri professionisti qualificati con alto profilo tecnico per offrire le migliori soluzioni per sostenere le comunità native.
Le famiglie con l’assistenza della nostra equipe, sono state coinvolte a partecipare a diverse assemblee nelle quali è stato illustrato il nostro progetto di protezione e riforestazione.
Questi incontri sono stati anche occasione per organizzare un importante il censimento demografico.
Le informazioni raccolte verranno consolidate in un Rapporto Socioeconomico e ambientale. Diagnosi della Comunità di São Miguel.
Questo Report conterrà importanti elementi, come ad esempio:
• la caratterizzazione storica e demografica della Comunità di São Miguel;
• l’indagine socioeconomica e ambientale dettagliata, con presentazione della comunità indici di sviluppo umano;
• l’elenco dei programmi da implementare nella comunità.
Le fasi successive prevedono l’approvazione di questo programma da parte dei rappresentanti della comunità, dopodiché verrà predisposto un piano socio-economico con una pianificazione delle azioni da realizzare attraverso l’assistenza e partecipazione attiva del nostro team tecnico.
LA STRATEGIA
Il nostro obiettivo principale, che rappresenta la nostra Mission, è quello di conservare e recuperare le foreste e i biomi della foresta amazzonica. Quindi, ancor prima dell’afforestazione e riforestazione, il nostro punto di partenza è la protezione.
UNA SCELTA STRATEGICA CHE È UNA MISSION
La scelta non è casuale: le nuove foreste differiscono dalle più anziane per biodiversità e capacità di sequestro del carbonio.
Le foreste, attraverso il “sequestro del carbonio”, sono in grado infatti di trasformare il biossido di carbonio derivante dall’atmosfera in carbonio che viene successivamente immagazzinato.
Il “potere” della fotosintesi detenuto dalle piante, e dunque esercitato soprattutto dalle foreste, ha creato l’illusione di aver trovato la soluzione ai cambiamenti climatici.
Le foreste però, potrebbero morire a causa di eventi come siccità, incendi (spesso dolosi) e tempeste, riducendo le quantità di carbonio immagazzinate e aumentandone la
dispersione.
Quindi la prima azione umana intelligente, non è piantare alberi, ma proteggere quelli già esistenti, preservandoli.
SIAMO IN LINEA CON IPCC
Stiamo andando nella direzione tracciata dal nuovo rapporto del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC), il braccio scientifico delle Nazioni Unite, che descrive come lo sfruttamento eccessivo del suolo, delle foreste e di altri biomi come praterie e zone umide, causi problemi sociali e ambientali.
Secondo le Nazioni Unite, le foreste catturano circa un terzo dell’anidride carbonica rilasciata ogni anno a causa della combustione di gas, petrolio e carbone.
Come se non bastasse, sfruttare ogni anno gli stessi terreni utilizzando massicce quantità di prodotti fitosanitari (erbicidi, insetticidi, fertilizzanti) sta causando danni considerevoli alla fertilità del suolo.
Secondo la FAO, un terzo delle terre coltivabili sul Pianeta è gravemente degradato e ogni anno perdiamo 24 miliardi di tonnellate di terra fertile.
Chiaramente, ciò avrà conseguenze sulla nostra capacità di produrre cibo.
Ridurre la quantità di carne e latticini che produciamo e consumiamo ridurrà la quantità di foreste convertite in terreni agricoli.
Parallelamente, adottare un approccio agricolo più sostenibile ed ecologico, oltre a ridurre la pressione sulle foreste, manterrà la fertilità del suolo.
Se vogliamo evitare l’aumento delle temperature oltre il grado e mezzo, dobbiamo esigere che ciò che resta delle foreste venga protetto. Dobbiamo inoltre ripristinare le foreste che non sono state danneggiare irreversibilmente, piantando alberi autoctoni ed evitando false soluzioni come la riforestazione mascherata da piantagioni di alberi sfruttabili a fini commerciali.
Indubbiamente questa attività di protezione dei boschi e della foresta già esistente, è ritenuta essenziale e fondamentale per l’ecosistema.
LA STRATEGIA VINCENTE: IL NOSTRO TEAM SUL POSTO!
Il nostro impegno è testimoniato dalla presenza del nostro team tecnico sul posto e dal coinvolgimento delle popolazioni native.
Il nostro contributo sicuramente risulta una piccola goccia nel mare, ma allo stesso tempo esprime un chiaro segnale di quanto siamo realmente dentro al progetto, mettendoci la faccia e soprattutto sporcandoci le mani.
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